NOTIZIARIO del 25 agosto 2003

 
     

DIRITTO DI FISCHIO

Grande rilievo hanno assunto, agli occhi dell'opinione pubblica internazionale, le ragioni mediante cui il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha motivato la sua mancata partecipazione alla rappresentazione della "Carmen", programmata lo scorso venerdì all'Arena di Verona in occasione della visita del cancelliere tedesco Shroeder.

La sua rinuncia ad assistere a tale rappresentazione deve essere interpretata, ha spiegato il premier, come un atto di rispetto nei confronti dell'ospite germanico, dato che la presenza in Arena di alcuni gruppi "politicizzati", pronti a contestare il Demiurgo di Arcore armati di fischietti, avrebbe potuto turbare l'esecuzione dell'opera.

L'azione di tali, rumorosissimi contestatori sarebbe stata, logicamente, coordinata dell'opposizione, un'opposizione definita come "illiberale ed antidemocratica", specie se paragonata ad una maggioranza il cui leader fa dei valori della democrazia e della libertà i veri capisaldi del proprio pensiero politico.

Tuttavia, è possibile supporre che il Cavaliere attribuisca a tali concetti un'accezione quantomeno parziale: volendo ricorrere ad un esempio operistico, egli si esalta quando viene portato in trionfo dai suoi pasdaràn al pari di Escamillo al momento di intonare l'aria del Toreador, ma è pronto a definire "turista della democrazia" chiunque (sia esso un uomo politico, un sindacalista, un giornalista o un privato cittadino) osi criticare il suo operato o contestare la legittimità delle sue scelte.

Dinanzi ad un simile status quo, sorge spontaneo un interrogativo: antidemocratico è l'atto di contestare o, viceversa, un simile attributo deve più correttamente essere riferito ai comportamenti costituenti manifestazioni di intolleranza in confronto dei cosiddetti contestatori? Il quesito in esame, al di là della naturale ironia con cui sovente viene valutato il modus agendi del nostro Presidente del Consiglio, coinvolge uno dei principi fondamentali di una democrazia evoluta: quello della libertà di manifestazione del pensiero.

Dispone infatti l'art. 21 della nostra Costituzione che : "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con le parole, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". Costituisce, a mio modesto avviso, piena estrinsecazione di tale diritto di libertà anche la classica pioggia di fischi mediante cui una moltitudine di cittadini manifesta il proprio dissenso verso una data situazione di fatto o in confronto di un determinato personaggio, senza che sia individuabile in tale condotta né un momento di attuazione di un fantomatico disegno eversivo né, ancor peggio, avendo il premier minacciato di denunzia chiunque leda il prestigio della sua carica, un fatto di diffamazione in confronto del contestato.

Premesso che, dinanzi al calore con cui i Veronesi hanno accolto Shroeder e Romano Prodi, è lecito dubitare del fatto che la sola presenza di Berlusconi avrebbe generato atti di turbativa tali da impedire l'esecuzione della Carmen, una sola conclusione può essere tratta da una simile, triste vicenda.

Nell'Italia del "nuovo che avanza", il Cavaliere deve fare il suo ingresso in ogni Arena sull'onda della note della marcia trionfale, non risultando in alcun modo ammissibili eventuali moti di dissenso. Nella versione berlusconiana del concetto di democrazia, non contempla infatti il diritto di fischio.

Carlo Dore jr.

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