NOTIZIARIO del 2 ottobre 2003

 
     

La parola ai magistrati:
fra tutela dell'indagato-imputato
e diritto all'informazione

di Rita Guma

Soffermandoci sul diritto del magistrato ad esprimere la propria opinione, diritto sancito dalla Costituzione e dalle Carte internazionali dei diritti e contraddetto dall'emendamento all'art 7 della nuova legge sul riordino del sistema giudiziario, non dobbiamo dimenticare che la limitazione dei rapporti con gli organi d'informazione nell'esercizio delle funzioni e la chiusura della possibilita' che i magistrati esprimano le proprie opinioni al di fuori dell'esercizio delle funzioni non danneggerebbe solo i magistrati, ma comporterebbe effetti diretti ed indiretti sui cittadini.

L'aspetto riguardante la tutela dell'indagato e di terzi lo suggerisce la Corte di Cassazione in alcune recenti sentenze con cui stabilisce che i magistrati possono concedere interviste e dichiarazioni alla stampa sui casi giudiziari loro assegnati, per la parte non protetta da segreto istruttorio, per "dissipare equivoci e per impedire distorsioni, al fine di contribuire ad una corretta e compiuta informazione, che è indiscutibile fattore di arricchimento della democrazia, in quanto assicura conoscenza, trasparenza e controllo".

A questo diritto-dovere la stessa Cassazione pone un limite, identificando come abuso le dichiarazioni eccessive, che compromettono il prestigio e la credibilità dell’istituzione giudiziaria.

D'altra parte, se le dichiarazioni del magistrato rivelano un particolare pregiudizio su un dato caso, egli e' tenuto ad astenersi dal deliberare sui casi penali oggetto delle dichiarazioni rilasciate, pena eventuali sanzioni disciplinari secondo l'art. 36 del codice di procedura penale (quando il giudice abbia "dato consiglio o manifestato il suo parere sull’oggetto del procedimento fuori dell’esercizio delle funzioni giudiziarie").

Se cio' non bastasse, eventuali posizioni preconcette assunte pubblicamente da un PM o da un giudice in merito ad un fatto o ad una categoria di persone possono fornire all'imputato che le ritenga pregiudizievoli per la sua causa materia per ricorrere alla Cassazione appellandosi alla legge sul legittimo sospetto.

Dovrebbe infatti apparire contraddittoria l'approvazione delle due leggi da parte di questo stesso governo, quando si consideri che vietare al magistrato di esprimere la sua opinione - dentro e fuori le funzioni - impedirebbe che il cittadino acquisisca elementi adeguati di conoscenza o comunque elementi probanti su eventuali posizioni pregiudiziali che gli si potrebbero ritorcere contro.

Nella stessa ottica, benvenuta dovrebbe essere anche la partecipazione di giudici a manifestazioni pubbliche, considerando altresi' che la Cassazione stessa sentenzia la possibilita' per i magistrati di manifestare liberamente in corteo purche' slogan ed atteggiamenti non portino attacco alle Istituzioni.

by Bollettino Osservatorio

_____________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

leggi anche
Dal diritto superiore tre volte NO