NOTIZIARIO del 27 settembre 2003

 
     

Taormina: non sono io il "puparo".
Giornalismo e provocazione.
Dalla liberta' di stampa alla delegittimazione della stampa.
Ed alcuni operatori dei media...

Berlusconi insulta i magistrati - sono pazzi e antropologicamente differenti - mentre Mussolini inviava i dissidenti in vacanza. Poi ritratta: i giornalisti inglesi (uno ex deputato conservatore, l'altro autore di una ammirata biografia del Duce) hanno capito male l'Italiano, non era una intervista autorizzata, erano tutti sotto l'effetto dell'alcool, ect etc.

Quindi giornalisti inattendibili, quelli che lo hanno intervistato e quelli che ne hanno tratto le conseguenze.

Taormina rilascia all'ANSA una dichiarazione sul proprio coinvolgimento in una macchinazione su Telekom Serbia e la conferma a piu' testate (Il Mattino, La Stampa, La Repubblica). Oggi rivela che era uno scherzo ed afferma che voleva svelare la partigianeria delle testate filo-opposizione.

In realta' sono le testate filogovernative, ieri, a non aver fatto buona informazione minimizzando la notizia, per non parlare della serieta' di comportamento di un parlamentare della Repubblica.

Ma al cittadino comune e distratto quale messaggio arrivera'?

Quello che quando il premier e i membri della maggioranza parlano vengono travisati.

I giornalisti sono inattendibili, con l'eccezione di qualche testata filopremier che ci ha svelato la verita'.

Non solo stiamo diventando ridicoli all'estero, ma soprattutto si stanno minando dei rapporti di fiducia, ad esempio quello fra un giornale prestigioso e i suoi lettori, fra un giornalista e un'agenzia e fra l'agenzia e le fonti delle informazioni come gia' fra la magistratura (come Istituzione) ed il cittadino.

Tuttavia alcuni giornalisti, anche in buona fede, anche non al soldo di questi personaggi, anche non loro partigiani, continuano a non vedere e non capire.

La Gasparri e la legge sull'editoria non sono forse sufficienti per destare allarme?

Invece, quando se ne avvedono, si levano proteste e denunce di categoria.

E' un errore, a mio avviso, che le battaglie sui diritti civili siano demandate alle associazioni di categoria, perche' cosi' facendo, quando viene attaccato un gruppo, e' solo il gruppo a muoversi, rischiando di apparire bassamente interessato e rischiando di trovarsi persino contro altre categorie che dopo poco verranno attaccate direttamente.

Sono convinta che la societa' civile debba essere chiamata in causa di fronte a ripetuti attacchi e lesioni ai diritti fondamentali di categorie o singoli, e che le categorie professionali non debbano chiudere gli occhi di fronte alle analogie fra gli attacchi perpetrati ai danni delle altre.

Invece accade che quando un gruppo di cittadini comuni interviene contro queste delegittimazioni ed abusi, viene tacciato di essere "comunista", "disubbidiente" o comunque etichettato in modo negativo dagli stessi che indirettamente, prima o poi, fruiscono del suo impegno gratuito.

Magari non guasterebbe un po' di rispetto per chi esce dal suo piccolo guscio rischiando di persona per contribuire a tutelare tutti.

E forse sarebbe meglio rimboccarsi insieme le maniche. "

by Bollettino Osservatorio

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