NOTIZIARIO del 28 settembre 2003

 
     

Falsi ingenui e falsi cinici
a cura di Giulia Alliani

Nel settembre del 1986 si svolse a Monaco un importante Congresso: "La Falsificazione nel Medioevo" (Falschungen im Mittelalter).

Dagli Atti successivamente pubblicati, il giornale 'la Repubblica' riporto' alcune pagine della relazione introduttiva di Umberto Eco, che cercava di chiarire la diversa concezione che i medievali avevano del falso documento rispetto a noi.

Ci sembra che alcune sue considerazioni risultino particolarmente attuali in questi giorni:

"...potremmo riflettere sulla reincarnazione dei processi di falsificazione nel mondo contemporaneo...

.....noi ci troviamo di fronte, nell'universo politico e nella circolazione dei mass-media, a un nuovo tipo di falsificazione.

Si tratta non solo della falsa notizia ma del documento apocrifo, messo in circolazione da un servizio segreto, da un governo, da un gruppo industriale, e fatta pervenire ai giornali, per creare turbamento sociale, perplessita' nella pubblica opinione.

Si parla di notizia 'falsa', senza che ci si debba porre problemi epistemologici, perche' questo tipo di notizia e' destinata ad essere scoperta come falsa in breve tempo, anzi si potrebbe dire che viene messa in circolazione come vera affinche' si scopra dopo poco che era falsa.

Infatti la sua funzione non e' di creare una falsa credenza ma di smantellare credenze o fiducie assestate.

Essa serve a 'destabilizzare', a rendere sospettabili i poteri o i contropoteri, a far diffidare delle fonti, a creare confusione.

Ci accorgiamo cosi' che i medievali falsificavano allo scopo di riconfermare la fiducia in qualcosa (un autore, una istituzione, una corrente di pensiero, una verita' teologica) e di sostenere un 'ordine' [ndr. Basta pensare alla 'donazione di Costantino', un documento datato 30 marzo 315 che fu per diversi secoli il fondamento giuridico del potere temporale della chiesa di Roma. Solo nel secolo XV l'umanista Lorenzo Valla dimostro' che si trattava di un falso], mentre i contemporanei falsificano allo scopo di creare sfiducia e disordine.

La nostra epoca, filologica, non puo' piu' permettersi falsificazioni che si presentino come verita' perche' sa che sarebbero presto smascherate; opera diffondendo falsificazioni che non debbono temere alcuna prova filologica, perche' sono destinate ad essere smascherate subito.

Non e' la falsificazione singola che maschera, nasconde, confonde, e' la quantita' delle falsificazioni riconoscibili come tali che funziona come maschera, perche' tende a rendere inattendibile ogni verita'.

Non sappiamo come i medievali, con la loro concezione ingenua dell'autenticita', avrebbero giudicato questa nostra concezione cinica della falsificazione non ingenua. Forse nessuna epoca ha il diritto di moralizzare sulle altre."

by Bollettino Osservatorio

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