NOTIZIARIO del 19 settembre 2003

 
     

Ma quale gelosia?
di Enzo Biagi

C'è il famoso racconto tedesco che parla di un mugnaio che, per una questione di terreni, si trova in disaccordo col suo sovrano, Federico il Grande. Discutono, litigano, e alla fine il suddito, che non è riuscito a portare dalla sua il re, gli dice in tono minaccioso: "Ci saranno pure dei giudici a Berlino". Questo gli dà fiducia.

Mi è tornata in mente leggendo il diverso atteggiamento mentale che ha di questa importante categoria il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che coinvolge nel suo giudizio universale anche altre categorie, giornalisti compresi.

Dunque: riassumo i punti salienti della diagnosi. I giudici sono tutti "mentalmente disturbati" e "antropologicamente diversi dalla razza umana". Se questo non è ultrarazzismo è segno che le parole non hanno più significato.

I giornalisti sono gelosi di lui. Ma perché? Perché è ricco? Ma se ce ne sono altri in Italia che hanno soldi come lui. Perché era amico di Craxi che piantò una conferenza internazionale a Londra per venire a salvare con un decreto le sue reti? Perché ha una bella seconda moglie (è bolognese) che mi sembra, per discrezione e riservatezza, il meglio della compagnia? Perché è entrato in politica per fare alla svelta gli affari suoi?

Ma perché, scusi, Montanelli (che purtroppo non può rispondere) e il sottoscritto dovremmo patire per la sua concorrenza? In che cosa? Legga la sua interpretazione nell´intervista che ha rilasciato a due colleghi inglesi.

Domanda: "Perché tutti i commentatori l´attaccano?" Risposta: "Credo sia un elemento di gelosia. Tutti questi giornalisti - Biagi, Montanelli - erano più anziani di me e credevano di essere loro quelli importanti nel nostro rapporto. Poi il rapporto si è capovolto e io sono diventato ciò che loro stessi volevano essere. Dunque, dato che loro non mi sono praticamente affini, si è sviluppato un sentimento irrazionale dei giornalisti italiani molto famosi".

La accetti come una confessione, parola d´onore: vorrei essere Malaparte, Monelli, Piovene, Emanuelli, vorrei essere bravo e libero come Indro, ma (con tutto il rispetto per le istituzioni) diventare inquilino di Palazzo Chigi, non mi importa niente.

Vivo in una casa accogliente nella quale, purtroppo, manca la padrona e una figlia, ma ci sono tanti ricordi, dato che scarseggiano le speranze.

Giuro, non ho mai sognato di diventare un Berlusconi perché tra l´altro conosco la storia e ho un vivo senso del comico.

Quando lo vedo, lui anticomunista esasperato, abbracciare Putin (ex Kgb) mi diverto: ´Italia gente dalle molte vite´. "

* dall'articolo: Generazione merendina, l'Espresso 5 settembre

_____________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE