NOTIZIARIO del 6 settembre 2003

 
     

L'INTERVISTA
«Va fermato questo gioco al massacro istituzionale»
Fisichella: «Nella maggioranza c?è una volontà intimamente sovversiva. C'è il rischio di danneggiare il semestre Ue»

di CLAUDIA TERRACINA

ROMA- Il vicepresidente del Senato, Domenico Fisichella, di An, non nasconde la sua amarezza e dice di «condividere pienamente la puntualizzazione del Quirinale sul rapporto di fiducia tra i cittadini e i giudici che amministrano la giustizia». Ma teme che «si stia mettendo tutto in discussione in una sorta di volontà intimamente sovversiva».

Presidente Fisichella, lei fa affermazioni molto gravi. Non crede alla spiegazione fornita dal portavoce del premier, Bonaiuti, secondo quelle del premier Berlusconi sarebbero solo battute? «Queste battute danneggiano la coscienza civile del Paese che già si sta degradando in maniera inquietante. E? da irresponsabili trasformare ogni passaggio della nostra vita pubblica in una successione di emergenze e temo che i cittadini vivano queste situazioni con sgomento crescente, che li porta ad allontanarsi dalle istituzioni. Nella vita di una moderna democrazia, pur con le sue imperfezioni, non è possibile trasformare il confronto politico in un gioco al massacro istituzionale».

Eppure, i presidenti delle Camere avevano appena chiesto ancora una volta di abbassare i toni. «Purtroppo, questi appelli si iscrivono in un quadro di nobile routine. E, intanto, cresce lo sconcerto nel Paese. Per questo, credo che bene abbia fatto il Quirinale a sottolineare il principio di legalità, così come l?esigenza del rispetto verso la magistratura. Ma aggiungo che occorre anche che i magistrati trovino il modo di correggere le forme e i modi di certi comportamenti irrituali».

Non è la prima volta, presidente Fisichella, che lei lancia il suo allarme verso certi comportamenti. Ma ora sembra particolarmente preoccupato. Perchè? «Perchè vedo che la classe dirigente nel suo complesso si sta rendendo responsabile della mortificazione del senso civico del Paese e mi chiedo se i danni non abbiano già raggiunto un livello irreparabile».

Lei ha parlato di volontà sovversiva. Cosa può mettere in pericolo la nostra democrazia? «Vede, ci sono valori come la libertà e l?uguaglianza che non possono essere dissipati con leggerezza, discorsi e atteggiamenti frivoli, banali e costantemente grossolani. E deve esserci anche più consapevolezza del fatto che occorre tenere distinte la dimensione privata e quella pubblica».

A cosa allude, presidente Fisichella? «A chi mette in discussione i principi fondanti della nostra democrazia, come la legalità, l?unità nazionale e la sovranità nazionale, che sono rappresentati dalla magistratura, dal Parlamento e dal Capo dello Stato. Sono tre elementi che si reggono in un delicato equilibrio e credo che il principio di maggioranza non possa essere spinto al punto di turbare questo equilibrio».

E chi mette in discussione questi principi? «Ci sono forze politiche che per istinto sono guidate da una sorta di parossismo al mutamento per scardinare l?impianto costituzionale e il sistema di equilibri e relazioni sociali. Tutto questo, invocando le riforme, che sono invece esattamente il contrario delle rivoluzioni e vanno, quindi, fatte con il massimo di cautela e di consenso. Ed è grave che ciò avvenga nel centrodestra, che dovrebbe essere caratterizzato da pacatezza e spirito di conservazione».

Questo è il ritratto della Lega Nord, presidente Fisichella. Le sue parole sono anche una bocciatura per le riforme elaborate dai saggi in Cadore? «Credo che in questa legislatura non si dovrebbero toccare le istituzioni. Sono già stati fatti danni sufficienti. Ma rilevo anche che la strada delle riforme a maggioranza è stata aperta dal centrosinistra, che ha fatto il grave errore di approvare la riforma del titolo V della Costituzione con pochi voti di scarto».

Torniamo alla giustizia. Secondo lei, questo clima di scontro è stato favorito anche dalla vicenda Telekom-Serbia? «Credo che occorra riflettere molto seriamente sulla creazione di commissioni parlamentari di inchiesta che troppo spesso rischiano di diventare contraltare dell?autorità giudiziaria e di generare una logica di dualismo tra Stato e coalizione politica che mi pare poco coerente con i meccanismi della democrazia. E questo è tanto più grave perchè ci troviamo nel pieno della presidenza italiana dell'Europa».

Teme che queste polemiche possano pregiudicare in qualche modo il semestre? «Certe parole, certe esternazioni, certe facezie danneggiano la nostra credibilità in Europa e danno la sensazione che il nostro non sia un Paese serio».

Il Messaggero, 5 settembre 2003

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