NOTIZIARIO del 2 luglio 2003

 
     

BENI CONFISCATI: fra il dire e il fare
di Sabrina Pantano

In Italia e in Piemonte
Ad oggi, in tutta Italia sono stati confiscati più di 3297 beni immobili, quelli assegnati 610. In provincia di Torino sono stati acquisiti 55 immobili, 5 aziende, 73 beni mobili (in gran parte auto): di tutti questi, soltanto 25 sono stati assegnati e solo due consegnati. Purtroppo evidentemente la legge 109/96 non funziona così come dovrebbe: un po' per l'inadeguatezza delle risorse amministrative preposte a questo fine, un po' per l'insufficiente informazione e conseguente insufficiente coinvolgimento del terzo settore. Noi di Libera Piemonte ci stiamo muovendo a tal riguardo e abbiamo contattato ed incontrato il Sign. Cazzola, funzionario dell'Ufficio Regionale del Demanio, a cui abbiamo richiesto la documentazione completa dei beni confiscati a Torino, che ci ha dato la sua disponibilità a collaborare. Abbiamo contattato la Prefettura di Torino nella persona del dott. Francesco Garcia funzionario dell'Ufficio del Gabinetto.

La nostra iniziativa ha raggiunto un primo risultato: il 18 Febbraio si costituisce un tavolo di concertazione cui parteciperanno tutti gli organi istituzionali interessati alla Legge 109, al fine di comprendere i problemi che rallentano le procedure di assegnazione e quindi la consegna dei beni. Stiamo interessando il Forum del Terzo Settore piemontese e la Provincia di Torino affinché tutte le realtà associative e cooperative presenti sul territorio siano messi nelle condizioni di presentare dei progetti validi e funzionali al fine di utilizzare i beni per scopi sociali. Qualcosa si sta muovendo e per continuare su questo versante abbiamo bisogno anche della vostra collaborazione: questi beni sono "Cosa nostra!" E' giusto riprenderceli.

Qualcosa si muove.
Dopo il nostro intervento qualcosa si sta muovendo: il 18 Febbraio si è costituito un primo tavolo di concertazione a cui hanno partecipato tutti gli organi istiutzionali interessati alla legge 109; il 27 Marzo ci siamo incontrati sempre in prefettura per un secondo tavolo di concertazione a cui erano presenti il prefetto, il funzionario del demanio (perché il direttore non era disponibile all'incontro), il vice sindaco di Torino, la Provincia e noi di Libera. Abbiamo discusso su come far funzionare al meglio la legge. Inoltre questi soggetti continueranno ad incontrarsi ogni 15 giorni e ci informeranno sul proseguimento dei lavori attraverso un verbale.

Abbiamo contattato ed incontrato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino,che ci ha dato tutta la sua disponibilità affinché tali beni possano essere utilizzati per fini sociali. Inoltre ci ha messo a disposizione l'ufficio patrimonio nella la persona di Ornella Foglino dove far pervenire tutti i progetti relativi ai beni confiscati nel comune di Torino. Abbiamo contattato il prefetto di Verbania per capire come collaborare sul suo territorio e aspettiamo una sua risposta. Purtroppo però c'è un problema: la maggior parte dei beni sono ancora occupati dalle famiglie a cui sono stati confiscati e ciò rende più difficoltoso fare i sopralluoghi per valutare la fattibilità dei progetti...il prefetto ci ha garantito tutto il suo sostegno, accompagnandoci sui beni con le forze dell'ordine. Noi di Libera però auspichiamo una procedura differente, ovvero lo sgombero tempestivo dei beni così come previsto dalla legge: gli sgomberi devono essere effettuati a confisca avvenuta. Intervista al responsabile dei beni confiscati per l'agenzia del Demanio della Regione Piemonte.

L'intervista
Dopo lunghe riflessioni sul mal funzionamento della legge n. 109/'96, norma sulla confisca dei beni economici dei mafiosi, in Piemonte abbiamo cercato un contatto con la Agenzia pubblica del Demanio; questa organizzazione ricopre un ruolo fondamentale nel processo che vede il recupero, non solo simbolico, di un bene "mafioso" e la conseguente assegnazione a fini sociali. Il sig. Cazzola è l'unico incaricato d'ufficio che si occupa dei diversi beni esistenti nella Regione Piemonte.

Quanti sono i beni immobili sequestrati, e riutilizzabili, in provincia di Torino? I beni immobili confiscati ai mafiosi sono 24, riutilizzabili e destinabili a fini sociali. In questo elenco troviamo varie tipologie, ad esempio, terreni agricoli a S. Sebastiano Po e un intero palazzo in C.so Novara a Torino quindi la situazione è diversificata.

L'applicazione della legge n. 109/1996 (legge per la confisca dei beni ai mafiosi e riutilizzo a fini sociali) in Piemonte non ha ottenuto grossi risultati, perché? In questa legge sono previsti molti passaggi, che coinvolgono diverse competenze (Tribunale, Agenzia del Demanio centrale e provinciale, Prefettura e Comuni) che però raramente riescono a coordinarsi sul territorio e la conclusione sono tempi molto dilatati.

Come può, secondo lei, essere applicata al meglio la norma? A mio parere, il modo per ottimizzare l'applicazione della legge è formare un tavolo permanente che coinvolga tutti gli interessati. Mi spiego meglio: penso ad un gruppo di lavoro che, insieme alle diverse rappresentanze, cerchi di affrontare le problematiche del bene da affidare. Gli attori sono: Prefettura, Comuni nei quali il bene è situato e associazioni che promuovono la diffusione della legge in questione. Discorso a parte è quello delle forze dell'ordine, sarebbe auspicabile una collaborazione più fattiva e coordinata.

Si spieghi meglio, cosa intende? Le forze dell'ordine dovrebbero svolgere il compito, non piacevole, degli sgomberi; molti degli immobili sono occupati dagli stessi mafiosi che si sono visti consegnare il verbale di sequestro ma purtroppo ci si ferma alla mera consegna e, molto spesso, non si procede all'esecuzione dello sgombero dell'immobile sequestrato

Quindi mi pare di capire che il problema sostanziale sia la burocrazia e la coordinazione delle diverse competenze? Esattamente, penso che l'idea del tavolo permanente possa migliorare l'applicazione della norma.

Certo, ma bisogna anche sottolineare che la "regia" dell'affidamento è del Demanio, quindi il ruolo della agenzia che rappresenta è fondamentale. E' vero, infatti bisogna sicuramente riconoscere il ruolo dell'incaricato di ufficio che si occupa della delicata questione e concedere piccoli poteri decisionali, fondamentali alla efficienza della legge.

Per i beni mobili? Come si procede? Per questa tipologia di beni la procedura è diversa. Fino ad ora, si è proceduto alla vendita e al versamento degli equivalenti nei fondi di solidarietà. Ogni bene corrisponde ad un codice che, a sua volta, coincide ad un fondo di utilizzo sociale. Con la cessazione del vecchio, e mal funzionante, fondo prefettizio si è proceduto alla diversificazione della destinazione mantenendo però una quota (pari al 10%) spettante alla Prefettura.
Libera